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- Il mito di Narciso (per imparare un po' di portoghese)
- Due "atteggiamenti filosofici" a confronto
- 10 modi per raggiungere l'immortalità
- 8 argomenti pro o contro l'esistenza di Dio
- Humour filosofico con Woody Allen
- Il Diavolo
- Lo sport come metafora della vita
- Simon Sinek e il conformismo
Sito di Paolo Petitto,
insegnante di storia e filosofia
al liceo classico "Dante Alighieri" di Ravenna
Filosofia
Tra Scienza e Spiritualità
Los dos reyes y los dos laberintos
Jorge Luis Borges
Cuentan Narrano los hombres dignos de fe fede (pero Alá sabe sa más di più) que en los primeros días hubo ci fu un rey de las islas de Babilonia que congregó a riunì sus arquitectos y magos y les mandó comandò loro di construir un laberinto tan perplejo involuto y sutil arduo que los varones uomini más prudentes no se aventuraban a entrar, y los que entraban se perdían.
Esa obra era un escándalo, porque la confusión y la maravilla son operaciones propias de Dios y no de los hombres.
Con el andar del tiempo vino venne a su corte un rey de los árabes, y el rey de Babilonia (para hacer burla de la simplicidad de su huésped ospite) lo hizo fece penetrar en el laberinto, donde vagó afrentado offeso y confundido hasta la declinación de la tarde crepuscolo.
Entonces Allora imploró socorro divino y dio trovò con la puerta. Sus labios no profirieron queja lamento ninguna, pero le dijo disse al rey de Babilonia que él en Arabia tenía aveva un laberinto mejor y que, si Dios era servido a Dio piacendo, se lo daría a gliel'avrebbe fatto conocer algún día. Luego Poi regresó a fece ritorno in Arabia, juntó riunì sus capitanes y sus alcaides guerrieri y estragó devastò los reinos de Babilonia con tan sì venturosa buona fortuna que derribó rase al suolo sus castillos, rompió sgominò sus gentes e hizo fece cautivo prigioniero al mismo rey. Lo amarró legò encima de su un camello veloz y lo llevó portò al desierto.
Cabalgaron tres días, y le dijo: « ¡Oh, rey del tiempo y substancia y cifra del siglo!, en Babilonia me quisiste volesti perder en un laberinto de bronce con muchas escaleras, puertas y muros; ahora el Poderoso Onnipotente ha tenido a bien voluto que te muestre el mío, donde no hay non ci sono escaleras que subir da salire, ni puertas que forzar, ni fatigosas galerías corridoi que recorrer percorrere, ni muros que te veden vietano el paso.»
Luego le desató sciolse las ligaduras legami y lo abandonó en mitad del desierto, donde murió de hambre fame y de sed. La gloria sea con Aquel que no muere.
Correnti
Filografica: grandi idee
in forme semplici
Illuminazioni
I
Il Bello è
lo splendore
del Vero
Attribuito a Platone
Non basta fare il bene, bisogna anche farlo bene.
Denis Diderot
O Dio, dacci la serenità per accettare quello che non si può cambiare, il coraggio di cambiare quello che va cambiato, e la saggezza per distinguere l'uno dall'altro.
Reinhold Niebuhr
Dammi castità e continenza, ma non subito.
Sant'Agostino
Consólati; non mi cercheresti se non mi avessi trovato.
Blaise Pascal
Chi cerca lo spirito non ha spirito.
Friedrich Nietzsche
Solo l'uomo colto è libero.
Epitteto
Dio è ateo.
Giovanni Papini
- Παθήματα - μαθήματα
I dolori (o le sofferenze, le sventure, le disgrazie) sono insegnamenti (o lezioni o ammaestramenti)
Esopo
L'esuberanza è Bellezza.
William Blake
La felicità dell'uomo moderno: guardare le vetrine e comprare tutto quello che può permettersi, in contanti o a rate.
Erich Fromm
Se moquer
de la philosophie, c'est vraiment philosopher.
(Burlarsi della filosofia è veramente filosofare) Blaise Pascal
Si nasce tutti pazzi. Alcuni lo restano.
Samuel Beckett
L'uomo non smette di giocare perché invecchia, ma invecchia perché smette di giocare.
George Bernard Shaw
Sentiamo e sappiamo di essere eterni.
Baruch Spinoza
Tutta l'infelicità degli uomini deriva da una cosa sola: dal non sapersene stare tranquilli in una stanza.
Blaise Pascal
L'enfer, c'est les autres.
(L'inferno sono gli altri)
Jean-Paul Sartre
She, and comparisons are odious.
(Lei, e i confronti
sono odiosi)
John Donne
La letteratura non è nata il giorno in cui un ragazzo, gridando al lupo al lupo, uscì di corsa dalla valle di Neanderthal con un gran lupo grigio alle calcagna: è nata il giorno in cui un ragazzo arrivò gridando al lupo al lupo, e non c'erano lupi dietro di lui.
Vladimir Nabokov
Tutti siamo abbastanza forti da sopportare i mali altrui.
La Rochefoucauld
La malinconia
è la felicità d'esser triste.
Victor Hugo
L'etica non è esattamente la dottrina che ci insegna come essere felici, ma quella che ci insegna come possiamo fare per renderci degni della felicità.
Immanuel Kant
La natura ha delle perfezioni per mostrare che è l'immagine di Dio, e dei difetti per mostrare che ne è soltanto l'immagine.
Blaise Pascal
Il più alto livello possibile della cultura morale è raggiunto quando riconosciamo che dovremmo controllare i nostri pensieri.
Charles Darwin
Le religioni sono come le lucciole: per risplendere hanno bisogno della tenebra.
Arthur Schopenhauer
J'ai plus
de souvenirs que si j'avais mille ans.
(Ho più ricordi che se avessi mille anni)
Charles Baudelaire
Fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce.
Lao Tze
Uno scrittore che parla dei suoi libri è insopportabile quasi come una madre che parla dei suoi figli.
Benjamin Disraeli
Quel che non mi uccide mi fa più forte.
Friedrich Nietzsche
Ama, e fa' ciò che vuoi.
Sant'Agostino
L'amore immaturo dice: "Ti amo perché ho bisogno di te." L'amore maturo dice: "Ho bisogno di te perché ti amo."
Erich Fromm
Non c'è alcun rapporto fra gli asparagi e l'immortalità dell'anima.
Achille Campanile
Non si scopre la verità: la si crea.
Saint-Exupéry
Il pericolo del passato era che gli uomini diventassero schiavi. Il pericolo del futuro è che diventino robot.
Erich Fromm ( 1955)
La sigaretta è il tipo perfetto di un piacere perfetto. È squisita e lascia insoddisfatti. Che cosa si può volere di più?
Oscar Wilde
Ci sono le balle, le mega balle e le statistiche.
Mark Twain
10 libri che hanno innervosito
o mandato all'aria
il mondo
Ma ve ne sono altri...
Malleus Male-ficarum (1487)
(Il martello delle streghe) Heinrich Kramer
e Jacob Sprenger
Perché infiammò la caccia alle streghe in tutta Europa.
Il Principe (1532)
Niccolò Machiavelli
Perché fu d'ispirazione per una lunga lista di tiranni (Stalin ce l'aveva accanto al letto).
Manifesto del partito comunista (1848)
Karl Marx e Friedrich Engels
Perché per alcuni avrebbe potuto vincere il premio per il più malevolo libro mai scritto.
I Protocolli dei Savi di Sion (1903)
Anonimo (ma di fatto l'Okhrana, la polizia segreta zarista)
Perché fu un libro di propaganda atto a incitare all'odio razziale.
Democrazia e educazione
(1916)
John Dewey
Perché "dimostrò" che l'educazione non riguarda i fatti.
ll perno della civiltà (1922)
Margaret Sanger
Perché auspicò l'eugenetica.
Mein Kampf (1925)
(La mia lotta o La mia battaglia) Adolf Hitler
Perché contribuì a diffondere il suo antisemitismo genocida.
L'adolescente in una società primitiva (1928)
Margaret Mead
Perché risultò essere una creazione delle confusioni e delle aspirazioni sessuali dell'autrice.
Il bambino. Come si cura e come si alleva (1946)
Benjamin Spock
Perché causò dei decessi a causa dei suoi cattivi consigli.
La scatola nera di Darwin (1996)
Michael Behe
Perché alimentò gli attacchi fondamentalisti alla Scienza.
Registi e film filosofici
I cognomi degli autori sono in ordine alfabetico.
Abbott & Achbar The Corporation 2003
Allen Amore e guerra '75
Zelig '83
Hannah e le sue sorelle '86
Un'altra donna '88
Crimini e misfatti '89
Harry a pezzi '97
Match Point 2005
Irrational Man 2015
Almodóvar La pelle che abito 2011
Amelio La città del sole '73
Amenábar Apri gli occhi '97
The Others 2001
Agorà 2009
B. Anderson L'uomo senza sonno 2004
M. Anderson La fuga di Logan '76
L'orca assassina '76/77
PT Anderson Magnolia '99
Ubriaco d'amore 2002
Annaud Il nome della rosa '86
Antal Kontroll 2003
Antonioni Blow-up '66
Professione:reporter '74/75
Aronofsky 𝛑 - Il teorema del delirio '98
Requiem for a Dream 2000
The Fountain 2006
Ashby Oltre il giardino
Attenborough Viaggio in Inghilterra '93
Bae Perché Bodhi Dharma è partito per l'Oriente? '89
Bartlett Il gabbiano Jonathan Livingston '73
Baussy Il Tintoretto secondo Jean-Paul Sartre '83
Belvaux, Bonzel & Poelvoorde Il cameraman e l'assassino
'92
Belzberg Children Underground 2001
Bergman Il settimo sigillo '56/57
Il posto delle fragole '57
Luci d'inverno '62
Scene da un matrimonio '73
Bertolucci Il tè nel deserto '90
Besson Atlantis '90/91
Bousman Saw II 2005
Braff La mia vita a Garden State 2004
Branagh Frankenstein '94
Bress & Gruber L'effetto farfalla
Bressane I giorni di Nietzsche a Torino 2001
Bresson Il diario d'un curato di campagna '50
Brook Marat-Sade '66
R. Brooks La gatta sul tetto che scotta '57/58
Buñuel Viridiana '61
L'angelo sterminatore '62
Bella di giorno '67
Il fascino discreto della borghesia '72
Il fantasma della libertà '74
Byrum Il filo del rasoio '84
Cahill Another Earth 2011
B. Capra Mindwalk '90
Carpenter Il seme della follia '94/95
Cavani Galileo '68
Al di là del bene e del male '77
Chahine Il destino '97
Charles Religiolus 2008
Chenal Delitto e castigo '35
Cianfrance Come un tuono 2012
Clair Ho sposato una strega '42
La bellezza del diavolo '49
i Coen Barton Fink '91
L'uomo che non c'era 2001
Cohen, Rubinek & Thomson The Quarrel '91
FF Coppola Apocalypse Now '79
S. Coppola Lost in Translation
Couffer Le avventure di Charles Darwin '72
M. Crichton Il mondo dei robot '73
Cronenberg Videodrome '83
Inseparabili '88
Il pasto nudo '91
eXistenZ '98
A History of Violence 2005
Crowe Vanilla Sky 2001
Cuarón I figli degli uomini 2006
Curtiz Casablanca '42
Darabont Il miglio verde '99
Delannoy Risorgere per amare '47
Del Fra Antonio Gramsci - Gli anni del carcere '77
D'Errico Processo e morte di Socrate '40
De Sica Umberto D.
T. Disney A Question of Faith 2001
Donnersmarck Le vite degli altri 2006
Dreyer Dies Iræ '43
Ordet '54
Ėjzenštejn La corazzata Potëmkin '25
Ellis Cashback 2006
Fellini La dolce vita '59/60
8 1/2 '62/63
La città delle donne '80
Ferrara The Addiction '95
Ferreri La donna scimmia '63/64
La grande abbuffata '73
Il banchetto di Platone '92
Figgis Via da Las Vegas '95
Fincher Fight Club '99
Fleming Il dottor Jekyll e mister Hyde '41
Ford Sentieri selvaggi '56
Forman Qualcuno volò sul nido del cuculo '75
Amadeus '84
Forster Vero come la finzione 2006
Frankenheimer Operazione diabolica '66
Fricke Baraka '92
Gilliam Monty Python - Il senso della vita '83 (con T. Jones)
Brazil '85
L'esercito delle 12 scimmie '95
Gitai Kadosh '99
Gondry Se mi lasci ti cancello 2004
Gordon Waking the Dead 2000
Goulding Il filo del rasoio '46
Greco L'invenzione di Morel '74
Hackford L'avvocato del diavolo '97
Hallström Le regole della casa del sidro '99
Haneke Niente da nascondere 2005
Hansen-Løve Le cose che verranno 2016
Harron Ho sparato a Andy Warhol '96
American Psycho 2000
Hartley The Book of Life '98
Hayward & Martino Ortone e il mondo dei Chi 2008
Herzog Aguirre, furore di Dio '72
Fitzcarraldo '81
Hitchcock Prigionieri dell'oceano '44
Nodo alla gola '48
La donna che visse due volte '58
Psycho '60
Gli uccelli '63
Hoblit Il Tocco del Male '97
M. Hoffman Il club degli imperatori 2002
Huston Freud '62
The Dead '87
Iñárritu 21 grammi 2003
Jarecki Perché combattiamo 2005
Jarman Wittgenstein '93
Jarmusch Ghost Dog - Il codice del samurai '99
Coffee and Cigarettes 2003
Joffé La città della gioia '92
Jonze Essere John Malkovich '99
Il ladro di orchidee 2002
Jordan La moglie del soldato
Ch. Kaufman Synecdoche, New York 2008
Kaye American History X '98
Detachment - Il distacco 2011
R. Kelly Donnie Darko 2001
The Box 2009
Kieślowski Il Decalogo '88-89
Končalovskij A 30 secondi dalla fine '85
Kovács Ad occhi bendati '74
Kubrick Orizzonti di gloria '57
Il dottor Stranamore '64
2001: Odissea nello spazio '68
Arancia meccanica '71
Full Metal Jacket '87
Eyes Wide Shut '99
Kurosawa Rashōmon '50
Vivere '52
Dersù Uzalà '75
Kagemusha '80
Ran '85
Sogni '90
Lang Metropolis '26/27
Lánthimos Il sacrificio del cervo sacro 2017
La Poujade Il Socrate '68
Leigh Naked '93
Linklater Waking Life 2001
Un oscuro scrutare 2006
Lipschutz & Rosenblatt L'educazione di Shelby Knox 2005
Litvak La fossa dei serpenti '48
Loach Family Life '71
Losey Il servo '63
L'incidente '67
Galileo '75
Lucas L'uomo che fuggì dal futuro '71
Lumet Quinto potere '76
Lynch Eraserhead '77
The Elephant Man '80
Velluto blu '86
I segreti di Twin Peaks '90
Strade perdute '97
Mulholland Drive 2001
L'impero della mente 2006
Lyne 9 settimane e 1/2 '86
Malick La rabbia giovane '73
La sottile linea rossa '98
The Tree of Life 2011
Malle Il mio pranzo con André '81
McCarey Cupo tramonto '37
McCord The Body 2001
Mendes American Beauty '99
Merendino Fuori di cresta '98
Montaldo Giordano Bruno '73
Moore Bowling a Columbine 2002
Moretti La messa è finita '85
Morris La sottile linea blu '88
Dal big bang ai buchi neri '91
Fast, Cheap & Out of Control '97
Mr. Death: The Rise and Fall of Fred A. Leuchter, Jr. '99
La verità dell'orrore 2008
G. Murphy La terra silenziosa '85
Natali Cube '97
Niccol Gattaca '97
Nolan Following '98
Memento 2000
Inception 2010
Interstellar 2014
Nuridsany & Pérennou Microcosmos '96
Olmi La leggenda del santo bevitore '88
Oshii Uovo d'angelo '85
Ōshima L'impiccagione '68
Ouedraogo Yaaba '89
Pabst I misteri di un'anima '26
A. Parker La vita di David Gale 2003
Pasolini La ricotta '63
Il Vangelo secondo Matteo '64
Porcile '69
Salò o le 120 giornate di Sodoma '75
Peck Il giovane Karl Marx 2017
S. Penn Into the Wild 2007
F. Perry Un uomo a nudo '68
Petri Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto '69/70
Le mani sporche '78
Piavoli Nostos - Il ritorno '88/89
Pratelli A che servono questi quattrini? '42
Proyas Dark City '98
Radford Orwell 1984 '84
Ramis Ricomincio da capo '92/93
Reggio Koyaanisqatsi '83
Renoir L'angelo del male '38
Il fiume '50/51
Resnais Providence '77
Mio zio d'America '80
Rocha Il dio nero e il diavolo biondo '64
Röhler Le particelle elementari 2006
Rohmer La mia notte con Maud '69
M. Ross Captain Fantastic 2016
Rossellini Socrate '70
Blaise Pascal '71
Agostino d'Ippona '72
Cartesius '73
Rusnak Il tredicesimo piano '99
DO Russell I Heart Huckabees - Le strane coincidenze della vita 2004
Rydell Sul lago dorato '81
Salva Powder '95
Schatzberg Mannequin '70
Schenkman L'uomo che venne dalla Terra 2007
Schnabel Lo scafandro e la farfalla 2007
Scott Blade Runner '82
1492 - La conquista del paradiso '92
Shyamalan The Village 2004
Siegel L'invasione degli ultracorpi '56
Soavi Dellamorte Dellamore '94
Soderbergh Solaris 2002
J. Solanas Upside Down 2012
Spielberg Duel '72
A. I. - Intelligenza artificiale 2001
Minority Report 2002
Munich 2005
Sprecher 13 variazioni sul tema 2001
Squarzina Porte chiuse '83
von Sternberg L'angelo azzurro '30
Stone Wall Street '87
J. Sturges Il vecchio e il mare '57/58
Tarkovskij Andrej Rublëv '66
Solaris '72
Stalker '79
Sacrificio '87
Tavernier La morte in diretta '80
i Taviani Il sole anche di notte '90
Till Luther 2003
Tolkin Sacrificio fatale '91
Tourneur Il bacio della pantera '42
von Trier Dogville 2003
Antichrist 2009
Melancholia 2011
Truffaut I 400 colpi '59
Adèle H. '75
Gli anni in tasca '76
A. Tucker Hilary e Jackie '98
Turteltaub Phenomenon '96
Verhoeven Atto di forza '90
Vidor La fonte meravigliosa '49
Visconti Morte a Venezia '71
i Wachowski Matrix '99
Wajda Danton '82
L. Walker Devil's Playground 2002
Weir L'ultima onda '77
Witness '85
L'attimo fuggente '89
The Truman Show '98
Welles Quarto potere '41
Il Processo '62
Wenders Lo stato delle cose '82
Il cielo sopra Berlino '87
Wiene Il gabinetto del dottor Caligari '19/20
Wilcox Il pianeta proibito '56
Woolf King Corn 2007
1
L'evoluzione in laboratorio
Da quando è aumentata la immane schiera di agenti patogeni resistenti alle droghe, stiamo imparando che l’evoluzione è più facile da osservare nelle specie con un “turnover” generazionale veloce. Dall’88, nel laboratorio di Richard Lenski s’è studiata l’evoluzione di 12 popolazioni batteriche dell’E. coli da una singola varietà ancestrale. Da allora si sono succedute più di 50.000 generazioni di E. coli e sono state documentate le differenze tra le popolazioni e quella tra ogni popolazione e la varietà ancestrale. E’ stato possibile seguire con facilità i mutamenti genetici accumulati mediante esemplari di ogni popolazione, considerati con regolarità. Col tempo i batteri sono diventati molto più efficienti crescendo sotto le condizioni usuali. Questo studio ha dimostrato come l’evoluzione accada veramente. Una delle popolazioni ha sviluppato la capacità di utilizzare il citrato come nutrimento, qualcosa altrimenti sconosciuto negli E. coli in condizioni simili. “Life Evolves!”: questa citazione è tratta da una brillante lettera che Lenski scrisse a un creazionista particolarmente odioso. La serie delle lettere potete trovarla qui:
2
Farfalle e parassiti
Studiare l’evoluzione può richiedere decenni, ma occasionalmente il mutamento può risultare incredibilmente rapido. La farfalla Hypolimnas bolina [in inglese Blue Moon Butterfly] delle Isole Samoa è stata attaccata da un parassita che distruggeva i suoi embrioni maschili. Ciò porto a uno squilibrio di genere a causa del quale i maschi costituivano solo l’1% della popolazione delle farfalle. Tuttavia nel corso di 10 generazioni (un anno dei nostri), i maschi sono ritornati ad essere il 40% della popolazione, non perché il parassita è scomparso (è tuttora presente), ma perché non risulta più mortale per gli embrioni maschili. Questo caso mostra come una mutazione vantaggiosa possa rapidamente diffondersi in tutta una popolazione. Qualunque maschio che riesca a sopravvivere all’infezione potrebbe accoppiarsi con un gran numero di femmine (vista la scarsità di altri maschi) e diffondere la propria immunità attraverso l’insieme dei geni.
3
I fringuelli di Darwin
Ciò che segue non è un semplice riepilogo delle osservazioni originali di Darwin riguardo all’adattamento proprio dei fringuelli delle Galápagos. Essi ci aiutano tuttora a comprender meglio l’evoluzione. Peter e Rosemary Grant hanno studiato i fringuelli su un’isola delle Galápagos e hanno osservato il mutamento evolutivo causato dalla competizione diretta di due specie rivali. Il fringuello terrestre medio era ben stanziale sull’isola di Dafne ed è stato studiato a fondo: il suo becco era perfettamente adatto a rompere grandi noci e nocciole. Nell’82, da un’isola vicina, giunse il fringuello terrestre grande. Questi fringuelli, più grandi, potevano scacciare i fringuelli autoctoni e cibarsi di tutte le grandi noci e nocciole. Quando li si studiò, si trovò che i fringuelli medi dell’isola di Dafne avevano sviluppato becchi più piccoli, più adatti a noci e nocciole più piccole, ignorate dagli invasori, i fringuelli più grandi. Questo è uno studio classico della biologia evolutiva.
4
La lucertola italiana
Nel ’71, 10 lucertole italiane [o lucertole campestri (Podarcis siculus)] vennero introdotte sull’isola dalmata di Pod Mrčaru da un’isola vicina. Le lucertole furono lasciate per decenni e furono paragonate a quelle della colonia da cui erano state prese. Si trovò che le lucertole di Pod Mrčaru, che erano passate attraverso un minuscolo “bottleneck” [strettoia] genetico, erano cresciute vigorosamente e si erano adattate alla loro nuova isola. Non solo, ma esse avevano cambiato la propria dieta: da prettamente insettivora a fortemente vegetale. Tale cambiamento di dieta pare aver causato notevoli mutamenti nelle lucertole: la testa delle lucertole di Pod Mrčaru è diventata più grande e il suo morso è di gran lunga più potente: chiaro adattamento-chiave se si ha a che fare con foglie da masticare. Il più interessante segno di evoluzione è lo sviluppo di valvole cecali [relative all’intestino cieco], vale a dire di muscoli atti a separare porzioni dell’intestino, i quali servono a rallentare il passaggio del cibo attraverso l’intestino e a dar tempo ai batteri delle viscere di decomporre la sostanza vegetale per l’assorbimento. Questo è uno sviluppo veramente insolito della lucertola italiana e rivela un significativo adattamento.
10 Tracce dell'Evoluzione
Vale a dire 10 prove...
1
L'appendice
L’appendice non ha alcun uso nell’uomo d’oggi ed è spesso rimossa quando diventa infetta. Mentre si discute ancora sul suo uso originale, la maggior parte degli scienziati è d’accordo con l’idea di Darwin che essa un tempo servisse a trattare la cellulosa insita nell’alimentazione ancestrale, ch’era ricca di foglie. Nel corso dell’evoluzione, quando la nostra alimentazione necessariamente mutò, l’appendice divenne meno utile. Desta particolare interesse il fatto che molti teorici evoluzionisti credono che la selezione naturale (mentre ha rimosso tutte i vantaggi dell’appendice) abbia scelto appendici più grandi perché esse hanno meno probabilità di infiammarsi e di ammalarsi. Così, a differenza del mignolo del piede, che può eventualmente scomparire (ed è ugualmene senza funzione), l’appendice ha diverse probabilità di restare con noi per lungo tempo – ciondolando senza far nulla.
2
Il coccige
Il coccige è ciò che resta di una coda primitiva. Col tempo noi abbiamo perso il bisogno di una coda (giacché, invece di oscillare tra gli alberi, frequentavamo più assiduamente, magari grugnendo, il buco d’acqua vicino), ma non abbiamo perso il bisogno del coccige: esso ora funziona come struttura di supporto per vari muscoli e come supporto quando ci sediamo o ci chiniamo all’indietro. Il coccige supporta anche la posizione dell’ano.
3
Il "punto di Darwin"
Il punto di Darwin si trova nella maggior parte dei mammiferi - e l’uomo non fa eccezione. Probabilmente esso serve agli animali per individuare meglio i suoni, ma nell’uomo ha perso ogni utilità. Solo il 10.4% della popolazione umana possiede ancora questa traccia del nostro passato, ma è possibile che un numero molto più grande di individui porti il gene che lo produce. Il punto (mostrato nella foto sopra) è un piccolo e spesso nodulo alla congiunzione tra la sezione alta e quella media dell’orecchio.
4
La "terza palpebra"
Se osservi il batter di ciglia d’un gatto e si vedrà che una membrana bianca attraversa il suo occhio: è la terza palpebra (plica semilunaris). E’ molto rara nei mammiferi, mentre è comune tra gli uccelli, i rettili e i pesci. L’uomo ha un “ricordo” della terza palpebra (ma senza funzione): si veda la foto sopra. E’ diventata molto piccola nell’uomo, ma la sua parte visibile varia da popolazione a popolazione. C’è solo una specie conosciuta di primati che ancora ha una terza palpebra utile, il maki ursino di Calabar (della famiglia dei lorisidi), che vive nell’Africa Occidentale.
5
I "denti del giudizio"
I primi uomini si cibavano di molte piante – e avevano bisogno di mangiarle in modo abbastanza veloce, così da ottenere in un giorno tutte le sostanze nutrienti necessarie. Per questa ragione noi siamo provvisti di molari in più: per rendere la bocca più vigorosa. Ciò diventava particolamente importante allorché il corpo non riusciva a digerire appieno la cellulosa. Quando l’evoluzione fece le sue scelte, la nostra dieta cambiò, le nostre mandibole e le nostre mascelle divennero appositamente più piccole e i nostri terzi molari divennero superflui. Alcune popolazioni umane di oggi hanno tutto tranne la crescita dei denti del giudizio, mentre altre hanno quasi il 100% di probabilità di svilupparli.
6
Il muscolo plantare
Il muscolo plantare è usato dagli animali per afferrare e toccare gli oggetti coi piedi – lo si può vedere tra le scimmie antropomorfe, che sembrano capaci di usare i piedi tanto quanto le mani. Anche l’uomo possiede questo muscolo, ma ora è così poco sviluppato che spesso i medici lo asportano quando necessitano di tessuto per la ricostruzione di altre parti del corpo. Il muscolo è talmente privo d’importanza per il corpo umano che il 9% di noi nasce senza di esso.
7
I muscoli auricolari
Anche conosciuti come muscoli dell’orecchio esterno, i muscoli auricolari servono agli animali per ruotare e muovere i propri orecchi (indipendentemente dalla testa) al fine di dirigere l’udito su particolari suoni. Noi abbiamo ancora tali muscoli (che un tempo probabilmente usavamo per le stesse ragioni), ma essi sono ora così deboli che tutto ciò che possono fare è dare un minuscolo movimento ai nostri orecchi. L’uso di questi muscoli è chiaramente visibile nei gatti (quando girano quasi del tutto gli orecchi all’indietro) – soprattutto quando hanno preso di mira un uccello e devono fare il minor numero di movimenti possibile, in modo da non spaventare il proprio probabile banchetto.
8
Il "DNA spazzatura"
Mentre molti residui del nostro passato, “trasmesso” a noi da tempo immemorabile, sono visibili o fisici, questo non è vero per tutti. L’uomo ha delle strutture, nella sua composizione genetica, che un tempo erano usate per produrre enzimi atti a elaborare la vitamina C (il suo nome è L-gulonolattone ossidasi). La maggior parte degli altri animali presenta il DNA che funziona correttamente, ma a un certo punto della nostra storia una mutazione ha messo fuori uso il gene – sebbene ne abbia lasciato traccia tramutandosi in “DNA spazzatura”. Questo particolare DNA spazzatura è particolarmente interessante perché indica origini comuni con altre specie sulla Terra.
9
L'organo di Jacobson
L’organo di Jacobson (organo vomero-nasale) è una parte affascinante dell’anatomia animale, che rivela molte cose sulla nostra storia sessuale. L’organo si trova nel naso: è uno speciale organo olfattivo che percepisce feromoni (sostanze chimiche che provocano il desiderio sessuale, lo stato di allarme o le informazioni sulle tracce del cibo). E’ quest’organo a permettere a certi animali di seguire le tracce di altri per finalità sessuali o per conoscere i pericoli potenziali. L’uomo è nato con l’organo di Jacobson, ma nel primo sviluppo le sue capacità diminuirono fino a diventare inutili. Un tempo l’uomo avrà di certo usato quest’organo per individuare i compagni, quando la comunicazione non era possibile. Le serate da single, le “chat rooms” e i bar hanno ora preso il suo posto nella ricerca del compagno o della compagna giusta.
10
La "pelle d'oca"
L’uomo ha la pelle d’oca (cute anserina) quando ha freddo o ha paura oppure quando è arrabbiato o si trova in stato di soggezione. Molte altre creature hanno la pelle d’oca per le stesse ragioni: ad esempio è il motivo per cui si alzano i peli dei gatti, quelli dei cani o gli aculei dei porcospini. Al freddo, i peli così irti intrappolano l’aria tra di essi e la pelle, creando isolamento e calore. In risposta alla paura, l’effetto pelle d’oca fa apparire più grande un animale – nella speranza di far così fuggire il nemico. L’uomo non beneficia più della pelle d’oca: essa è un residuo del passato, allorché non avevamo indumenti e dovevamo impaurire i nostri naturali nemici. La selezione naturale ha rimosso la spessa peluria, ma ha lasciato dietro di sé il meccanismo per controllarla.
4 esempi
di evoluzione in atto
Ma ve ne sono molti altri...
L’evoluzione è una delle più grandi scoperte scientifiche di tutti i tempi. Provvisti della conoscenza universale riguardo alla vita sulla Terra, i biologi hanno fatto sorprendenti scoperte. Le prove in favore dell’evoluzione sono così evidenti che contraddirle sarebbe come negare l’esistenza della Luna in cielo. Tuttavia alcuni ancora la contestano. La “speciazione” - la formazione cioè di nuove specie da specie preesistenti – ha bisogno di moltissimo tempo, ma vi sono passi evolutivi che possono essere osservati. Propongo qui alcuni esempi – tra molti possibili - di evoluzione in atto.
1
L'evoluzione in laboratorio
Da quando è aumentata la immane schiera di agenti patogeni resistenti alle droghe, stiamo imparando che l’evoluzione è più facile da osservare nelle specie con un “turnover” generazionale veloce. Dall’88, nel laboratorio di Richard Lenski s’è studiata l’evoluzione di 12 popolazioni batteriche dell’E. coli da una singola varietà ancestrale. Da allora si sono succedute più di 50.000 generazioni di E. coli e sono state documentate le differenze tra le popolazioni e quella tra ogni popolazione e la varietà ancestrale. E’ stato possibile seguire con facilità i mutamenti genetici accumulati mediante esemplari di ogni popolazione, considerati con regolarità. Col tempo i batteri sono diventati molto più efficienti crescendo sotto le condizioni usuali. Questo studio ha dimostrato come l’evoluzione accada veramente. Una delle popolazioni ha sviluppato la capacità di utilizzare il citrato come nutrimento, qualcosa altrimenti sconosciuto negli E. coli in condizioni simili. “Life Evolves!”: questa citazione è tratta da una brillante lettera che Lenski scrisse a un creazionista particolarmente odioso. La serie delle lettere potete trovarla qui:
2
Farfalle e parassiti
Studiare l’evoluzione può richiedere decenni, ma occasionalmente il mutamento può risultare incredibilmente rapido. La farfalla Hypolimnas bolina [in inglese Blue Moon Butterfly] delle Isole Samoa è stata attaccata da un parassita che distruggeva i suoi embrioni maschili. Ciò porto a uno squilibrio di genere a causa del quale i maschi costituivano solo l’1% della popolazione delle farfalle. Tuttavia nel corso di 10 generazioni (un anno dei nostri), i maschi sono ritornati ad essere il 40% della popolazione, non perché il parassita è scomparso (è tuttora presente), ma perché non risulta più mortale per gli embrioni maschili. Questo caso mostra come una mutazione vantaggiosa possa rapidamente diffondersi in tutta una popolazione. Qualunque maschio che riesca a sopravvivere all’infezione potrebbe accoppiarsi con un gran numero di femmine (vista la scarsità di altri maschi) e diffondere la propria immunità attraverso l’insieme dei geni.
3
I fringuelli di Darwin
Ciò che segue non è un semplice riepilogo delle osservazioni originali di Darwin riguardo all’adattamento proprio dei fringuelli delle Galápagos. Essi ci aiutano tuttora a comprender meglio l’evoluzione. Peter e Rosemary Grant hanno studiato i fringuelli su un’isola delle Galápagos e hanno osservato il mutamento evolutivo causato dalla competizione diretta di due specie rivali. Il fringuello terrestre medio era ben stanziale sull’isola di Dafne ed è stato studiato a fondo: il suo becco era perfettamente adatto a rompere grandi noci e nocciole. Nell’82, da un’isola vicina, giunse il fringuello terrestre grande. Questi fringuelli, più grandi, potevano scacciare i fringuelli autoctoni e cibarsi di tutte le grandi noci e nocciole. Quando li si studiò, si trovò che i fringuelli medi dell’isola di Dafne avevano sviluppato becchi più piccoli, più adatti a noci e nocciole più piccole, ignorate dagli invasori, i fringuelli più grandi. Questo è uno studio classico della biologia evolutiva.
4
La lucertola italiana
Nel ’71, 10 lucertole italiane [o lucertole campestri (Podarcis siculus)] vennero introdotte sull’isola dalmata di Pod Mrčaru da un’isola vicina. Le lucertole furono lasciate per decenni e furono paragonate a quelle della colonia da cui erano state prese. Si trovò che le lucertole di Pod Mrčaru, che erano passate attraverso un minuscolo “bottleneck” [strettoia] genetico, erano cresciute vigorosamente e si erano adattate alla loro nuova isola. Non solo, ma esse avevano cambiato la propria dieta: da prettamente insettivora a fortemente vegetale. Tale cambiamento di dieta pare aver causato notevoli mutamenti nelle lucertole: la testa delle lucertole di Pod Mrčaru è diventata più grande e il suo morso è di gran lunga più potente: chiaro adattamento-chiave se si ha a che fare con foglie da masticare. Il più interessante segno di evoluzione è lo sviluppo di valvole cecali [relative all’intestino cieco], vale a dire di muscoli atti a separare porzioni dell’intestino, i quali servono a rallentare il passaggio del cibo attraverso l’intestino e a dar tempo ai batteri delle viscere di decomporre la sostanza vegetale per l’assorbimento. Questo è uno sviluppo veramente insolito della lucertola italiana e rivela un significativo adattamento.
La Teoria dei Quanti
È un insieme di ipotesi elaborate nel primo trentennio del Novecento dalla “Scuola di Copenaghen” (Bohr, Jordan, Rosenfeld, von Weizsäcker e soprattutto Heisenberg, col suo “principio di indeterminazione”) che superano la tradizionale divisione tra la MATERIA (formata da minuscole entità discrete individuabili nello spazio e nel tempo) e la RADIAZIONE (continua e ondulatoria).
Nella microfisica i fenomeni non possono prescindere dagli effetti (o “azioni di disturbo”) provocati dall’osservatore, il quale diventa perciò parte integrante del fenomeno.
Ne derivano:
1) l’impossibilità di una “rigorosa separazione del mondo in soggetto e oggetto” (Heisenberg);
2) l’impossibilità teorica (e non solo pratica, come accadeva per la fisica classica) di pervenire a una descrizione rigidamente deterministica dei fenomeni naturali;
3) l’accantonamento del programma ideale del meccanicismo ideato dallo scienziato (soprattutto astronomo, fisico e matematico) francese Pierre-Simon de Laplace, il programma di comprendere con un’unica formula matematica i movimenti dei più grandi corpi dell’universo e, insieme, quelli dell’atomo più leggero.
Ciò non rende la scuola di Copenaghen, che non nega l’oggettività scientifica e l’esistenza del mondo fisico, idealista o fenomenista; ma è indubbio che la sua posizione filosofica (criticata da Planck e Schrödinger) è inconciliabile con quella di Albert Einstein, il quale vuole invece fornire “la descrizione completa di ogni situazione reale (individuale) che si suppone possa esistere indipendentemente da ogni atto di osservazione e di verifica.”
Max K. Planck
(1858-1947) fisico tedesco
Nel dicembre del 1900 formula l’ipotesi che segna l’inizio della moderna fisica quantistica, ossia l’ipotesi secondo cui l’energia è costituita da elementi minimi indivisibili (i “quanti”). Ma Planck non nega i presupposti fondamentali della fisica classica, e cioè:
1) l’esistenza indipendente del mondo fisico rispetto alla conoscenza che abbiamo di esso;
2) il determinismo causale che sta alla base delle leggi fisiche.
Planck presenta le sue convinzioni come ipotesi, anzi come una “fede” nell’ordine e nella struttura razionale della realtà, una fede che risulta però indispensabile alla ricerca dello scienziato.
Perché la costante di Planck ha quel determinato valore?
Nel 1900, mentre lavorava a un problema connesso con la radiazione, Plamck fece la sbalorditiva scoperta che le sue previsioni teoriche potevano corrispondere ai dati sperimentali soltanto presupponendo che l’energia non fosse continua, ma giungesse piuttosto in minuscole quantità, che egli chiamò appunto “quanta” (plurale di “quantum”).
Dalla scoperta derivò quindi la fisica quantistica, che mutò il modo in cui consideriamo il mondo. Quando Einstein dimostrò l’equivalenza tra massa ed energia, divenne chiaro che esistevano altresì dei “quanti” discreti di massa e, secondo alcune teorie, perfino dei “quanti” di tempo.
Niels Bohr
(1885-1962) fisico, matematico, filosofo della scienza e teorico danese della fisica
Il PRINCIPIO DI CORRISPONDENZA
Le leggi classiche sono un caso limite delle leggi quantistiche.
Il PRINCIPIO DI COMPLEMENTARITÀ
Il modello corpuscolare e il modello ondulatorio vanno considerati due immagini parimenti legittime e necessarie dei fenomeni della microfisica; infatti, sebbene tali immagini siano in contrasto tra loro, ognuna di esse coglie un aspetto essenziale dei dati sperimentali.
Tale principio fu definito da Schrödinger mascheramento verbale di una sconfitta teorica...
Erwin Schrödinger
(1887-1961) fisico e matematico austriaco
Introdusse i metodi della fisica quantistica in biologia. Occorre tornare al concetto greco di saggezza, giacché la visione scientifica della realtà tende a considerare la soggettività umana come un oggetto materiale, scontrandosi con paradossi e antinomie, e con l’assurda riduzione dei valori umanistici e religiosi a pura irrealtà e insensatezza.
Il nostro universo è unico o è parte di un multiverso?
L’idea di varcare i confini del nostro universo ed entrare in uno parallelo è quasi vecchia quanto la fantascienza, ma ha ottenuto una sorta di rispettabilità come mezzo per spiegare alcuni degli aspetti più bizzarri della teoria quantistica.
Prendiamo ad esempio l’esperimento mentale immaginato nel ’35:
il PARADOSSO DEL GATTO DI SCHRÖDINGER:
il povero animale risulta vivo e morto allo stesso tempo finché noi non decidiamo di dare una sbirciatina per vedere in che condizioni è. Non c’è nessun problema se pensiamo che tale esperimento avvenga in due universi, con un gatto morto in uno e un gatto vivo nell’altro, senza modo di sapere in quale dei due ci troviamo finché non guardiamo il gatto.
Anche secondo la “teoria delle stringhe” esistono molteplici universi, o meglio: in realtà ce n’è solo uno, ma esso avrebbe 10 dimensioni e il nostro piccolo e futile universo tridimensionale non sarebbe che una fetta della realtà, giacché ve ne sarebbero molte altre! Perfino il Big Bang non sarebbe nulla di più di una collisione tra due fette dell’universo. L’idea potrebbe anche spiegare l’ “energia oscura”, se la consideriamo emanata da una forza esercitata sul nostro universo da un altro. La possibilità però di prevedere un esperimento che ci dimostri l’esistenza di un altro universo è tutta un’altra faccenda.
Werner K. Heisenberg
(1901-76) fisico tedesco
il PRINCIPIO DI INDETERMINAZIONE (o di incertezza)
È impossibile misurare nello stesso tempo la posizione e la velocità (o impulso) di una particella; giacchè ciò rende impossibile predire con precisione la posizione di una particella, occorre usare previsioni statistiche, con cui si prevede non già la comparsa di un certo evento, bensì il grado di probabilità che esso abbia luogo.
Ciò esclude altresì per Heisenberg un ordine naturale deterministico, che noi non riusciremmo a cogliere ma che tuttavia esisterebbe indipendentemente da noi; se ha esistenza oggettiva solo ciò ch’è misurabile, solo ciò che può esser prodotto sperimentalmente, allora l’impossibilità di determinare simultaneamente la posizione e l’impulso di una particella significa ch’è impossibile che nella realtà queste due grandezze esistano contemporaneamente (Heisenberg condivide il principio di complementarità di Bohr).
La convinzione che esista solo ciò che è osservabile (dove “osservabile” significa “misurabile sperimentalmente”) implica anche che venga rifiutato il principio classico di causalità (una delle cui formulazioni dice che è sempre possibile, posta l’esatta conoscenza dello stato presente di un sistema isolato, prevedere esattamente il suo stato futuro). Il principio di causalità è dunque da rigettare perché non è mai possibile conoscere esattamente lo stato presente di un sistema fisico.
Paulo Coelho
O Alquimista
Prólogo
«O Alquimista pegou prese um livro que alguém
qualcuno na caravana havia trazido portato. O volume estava sem capa copertina, mas conseguiu riuscì identificar seu autor: Oscar Wilde. Enquanto folheava Mentre sfogliava suas páginas, encontrou trovò uma história sobre Narciso.
O Alquimista conhecia a lenda leggenda de Narciso, um belo rapaz giovane que todos os dias ia andava a contemplar sua própria beleza num in un lago. Era tão talmente fascinado por si mesmo que certo dia caiu scivolò dentro do lago e morreu afogado annegato. No lugar onde caiu Nel punto in cui cadde, nasceu uma un flor, que chamaram de narciso.
Mas não era assim que Oscar Wilde acabava concludeva a história.
Ele dizia Egli narrava que quando Narciso morreu, vieram as Oréiades accorsero le Orèadi – deusas ninfe do bosque – e viram videro o lago transformado, de um lago de água doce, num cântaro in una brocca de lágrimas salgadas salate.
“Por que você chora piangi?” perguntaram domandarono as Oréiades.
“Choro Piango por Narciso” disse o lago.
“Ah, não nos espanta ci stupisce que você chore tu pianga por Narciso” continuaram elas. “Afinal de contas In fin dei conti, apesar de mentre todas nós sempre corrermos atrás dele pelo lo abbiamo rincorso per il bosque, você tu era o único que tinha a oportunidade ad avere la possibilità de contemplar de perto da vicino sua beleza.
“Mas Narciso era belo?” perguntou domandò o lago.
“Quem mais do que você Chi altri meglio di te poderia saber disso saperlo?” responderam, surpresas, as Oréiades. “Afinal de contas, era em suas margens sulle tue sponde que ele se debrucava si sporgeva todos os dias.”
O lago ficou rimase algum tempo quieto in silenzio. Por fim Infine, disse:
“Eu choro Io piango por Narciso, mas jamais havia percebido non mi ero mai accorto que Narciso era belo.
Choro por Narciso porque, todas as vezes volte que ele se deitava si sdraiava sobre minhas margens eu podia ver vedere, no fundo dos seus olhos occhi, minha própria beleza refletida.”
“Que bela história”, disse o Alquimista.»
Due
"atteggiamenti filosofici"
a confronto
Harry Houdini e Arthur Conan Doyle
Houdini il mago, l’uomo dell’impossibile, è oggi di moda, naturalmente nel modo sbagliato. Il cinema, la televisione e certi libri l’hanno rispolverato nel modo più faceto, mentre addirittura in ogni parte del mondo, e persino a Firenze, sedicenti eredi dei “trucchi” del grande Houdini affermano di aver eguagliato il “maestro” e di essere capaci di fare l’impossibile: superarlo addirittura.
Come noto, Harry Houdini sbalordì il mondo con le sue imprese: molti pensavano fossero in qualche modo imparentate con la magia, mentre altri sostenevano che esse fossero addirittura legate al demonio in persona...
Ma Houdini, da onesto professionista, dichiarò sempre che i suoi erano “trucchi” da illusionista, che non avrebbe mai rivelato a nessuno. In realtà oggi di questi trucchi molti sono stati resi noti: sia perché, abbandonando la professione, lo stesso Houdini decise di farli conoscere per dimostrare che certi sedicenti maghi erano soltanto degli imbroglioni, sia perché un suo collaboratore, dopo la morte del maestro, ne raccolse alcuni in un volume che ebbe enorme successo.
Houdini, in ogni caso, era in grado di fare cose che facevano gridare al miracolo. Si faceva incatenare nei modi più complicati con tanto di lucchetti, dinanzi a testimoni, e in pochi secondi si liberava di catene, lucchetti, funi e di ogni attrezzo che tentasse di vincolarlo. Si fece chiudere in una cassa piombata e buttare in un fiume: ne uscì in pochi minuti, dinanzi a migliaia di persone incredule e sbalordite, tornando a riva a nuoto.
Camminò su una fune tesa tra due grattacieli, a New York: superò tutte le prove alle quali, sempre più esigente, il pubblico lo chiamava, sbalordendo ogni volta con le sue trovate e con la sua capacità di liberarsi soprattutto da ogni cosa che potesse legarlo o imprigionarlo. E risolse personalmente uno dei casi più appassionanti della letteratura gialla di ogni tempo: si tratta del famoso “mistero della camera chiusa”, dove infatti si fece rinchiudere, riuscendo poi a uscirne, nonostante la porta fosse stata accuratamente sprangata e la stanza non avesse finestre, finestrini, doppi fondi e tantomeno passaggi segreti e nonostante i corridoi, il tetto ed ogni possibile luogo vicino fossero sorvegliati da gruppi di diffidenti indagatori.
Spesso si gridò al prodigio, alla magia, alla diavoleria, a facoltà medianiche.
Ma sempre il grande Houdini, pur senza rivelare i propri segreti di mestiere – che gli costavano a volte mesi di studio e di prove, sempre al limite del pericolo per la propria incolumità fisica – dichiarò apertamente che si trattava di trucchi, di forme di illusionismo.
Non era certo come alcuni bellimbusti di oggi che, con l’incosciente complicità della stampa e soprattutto della televisione italiana, presentano come “magia” volgari giochetti di prestigio, ad esempio piegare le chiavi o impressionare una lastra con la forza del pensiero o indovinare le carte a distanza: giochetti che sanno fare anche i praticoni dei palcoscenici di parrocchia. Il guaio è che questi personaggi, sorprendendo la buona fede del pubblico, poi vivono di queste leggende, sulle quali, con mezzi discutibili, fanno la loro fortuna, non solo professionale.
Nella vita di Houdini avvenne un giorno il dramma. Suo figlio, l’unico, per il quale stravedeva, morì tragicamente. E allora Houdini, straziato, lasciò le sue imprese, i palcoscenici, i successi internazionali, i grandi guadagni. Nonostante le proteste del pubblico, degli impresari, della grande stampa, di personaggi di prestigio tra cui lo stesso presidente degli Stati Uniti e il Kaiser di Germania, abbandonò il proprio lavoro. Pensava a una cosa sola: al dramma della vita e della morte, al grande interrogativo filosofico di sempre, che la tragedia che lo aveva colpito aveva posto in primo piano, come unico problema, alla sua coscienza.
Davvero – si chiese il grande Houdini – esiste qualcosa oltre la morte? È possibile, come affermano alcuni, parlare coi defunti? Quanto c’è di vero nelle pratiche di magia, nello spiritismo, nelle forze medianiche, negli “apporti”, nell’apparizione di ectoplasmi, nelle voci che vengono dall’oltretomba? È la stessa domanda che si posero altri grandi personaggi (ma è la domanda fondamentale, forse, di tutta la filosofia) soprattutto di fronte alle tragedie: e alcuni dedicarono tutte le loro energie per avere delle prove, delle risposte.
È il caso di Arthur Conan Doyle, il famoso autore di Sherlock Holmes: si convertì allo spiritismo per poter parlare coi propri cari defunti. Disse di riuscirci, difese a spada tratta spiritisti e organizzazioni che si occupavano di questa fenomenologia, dedicando libri e conferenze a questi argomenti, spendendovi tutta la propria energia, i propri mezzi, il prestigio del proprio nomne. Ebbe esperienze che rasentarono l’incredibile e che descrisse in modo suggestivo nella propria autobiografia.
Nella sua ricerca Doyle ebbe la ventura di incontrare anche Houdini. Ma furono due vie che si allontanarono ben presto: Doyle infatti credeva al limite dell’assurdo, con faciloneria, persino.
Sir Arthur Conan Doyle si fece così coinvolgere nelle credenze dello spiritismo e dei fenomeni connessi da esaminare alcune lastre fotografiche che mostravano fate, elfi e gnomi. È vero che all’epoca i fotomontaggi o altri trucchi col sistema rudimentale d’impressione su lastra erano pressoché impossibili, ma lo scrittore inglese giudicò, con altri esperti fanatici come lui, le lastre autentiche, legando al mondo quotidiano lo spiritismo degli elfi, dei folletti e delle fate.
http://it.wikipedia.org/wiki/Fate_di_Cottingley
Doyle era per natura un entusiasta, anche perché voleva emergere grazie al proprio nome e non solo per merito di Sherlock Holmes, la sua creatura, alla quale in effetti doveva tutto: titolo, denaro e fama; il paradosso è che in realtà Doyle, ritenendosi un grande scrittore, odiava la sua creatura perché offuscava la sua fama. Oltre che autore di Holmes, avrebbe voluto diventare famoso come storico, ma i suoi poderosi saggi erano illeggibili e venivano respinti prima dai lettori e poi dagli editori. Nello spiritismo, che attirava la curiosità delle folle, Conan Doyle ritenne di trovare un suo spazio, lontano dal successo di Sherlock Holmes.
Houdini, che si era gettato nella ricerca con la stessa passione e forse con maggior entusiasmo ancora, ebbe invece dure delusioni. E scelse un’altra strada, quella esattamente opposta: dinanzi a frodi, trucchi, simulazioni, forte della propria esperienza di “re degli illusionisti”, si batté sino all’ultimo per smascherare imbroglioni, speculatori e parassiti del mondo del paranormale. E fu una vera e propria guerra.
Di certo Doyle era in buona fede, esattamente come Houdini: entrambi erano mossi dallo stesso entusiasmo, dalla stessa sete di verità. Ma Houdini era più esperto e vide spesso la malafede e l’imbroglio anche nell’ingenuità. Furono molti i truffatori che gli si presentarono. E se alcuni di essi riuscirono a convincere Doyle, facendolo parlare coi defunti e facendogli vedere apparizioni, non ci riuscirono con Houdini, che conosceva molti più trucchi di loro.
Tuttavia Houdini infatti si era avvicinato al mondo del paranormale e dei fenomeni psichici e medianici con molte speranze: avrebbe dato qualunque cosa pur di conoscere il segreto della morte e soprattutto della vita oltre la morte, per poter comunicare con l’anima del figlio scomparso.
Era il tempo in cui lo spiritismo era sì in gran voga, ma veniva anche attaccato su due fronti: da un parte gli studiosi positivisti che negavano ogni autenticità a quei fenomeni, giudicati forse un po’ troppo sbrigativamente frutto di schizofrenia, di isterismo o di puri imbrogli a scopo speculativo; dall’altra gli stessi organismi ufficiali della spiritualità, quali la Chiesa Cattolica, che avevano condannato questi tentativi di comunicare con le anime dei defunti, imparentando il fenomeno alla demonologia.
Esistevano anche gruppi iniziatici che combattevano il fenomeno spiritico e medianico e la Teosofia: basti ricordare i saggi Teosofia, storia di una pseudoreligione (1921) ed Errore dello spiritismo (1923) dell’intellettuale, scrittore, esoterista, matematico e filosofo francese (convertito all’Islàm) René Guénon o la drastica condanna, da parte dell’accademia inglese delle scienze, della Teosofia e dunque delle teorie della filosofa ucràina Helena Petrovna Blavatskij, del colonnello, giornalista e avvocato americano Henry Steel Olcott e dei loro adepti. Per non parlare del fondatore dello Spiritismo, il filosofo e pedagogista francese Allan Kardec, il cui Libro degli Spiriti diventerà una Bibbia per tutti coloro che credono in questa Weltanschauung...
La polemica si spostò infatti sulla fondazione ufficiale dello spiritismo, che risaliva ai fenomeni manifestatisi alle due famose sorelle Fox, americane, le quali erano salite alla ribalta della curiosità, quindi della cronaca e infine della sperimentazione scientifica. In effetti nella loro casa erano avvenuti fenomeni spiritici davvero sensazionali e le due sorelle ebbero sia milioni di fanatici seguaci sia decisi detrattori. E la polemica si protrasse a lungo: davvero la loro casa era infestata? Realmente potevano, le sorelle, comunicare con le anime dei defunti? L’osanna di scienziati, scrittori di fama e ricercatori nei più diversi campi dello scibile ebbe sempre contro non solo la scienza positivistica, ma anche le varie chiese, cattoliche o protestanti che fossero.
A un certo punto le stesse sorelle ammisero (poi ritrattando) l’uso di trucchi in quei fenomeni, tanto che oggi non si dà molto credito a questi personaggi, tanto controversi quanto patetici.
Sulla scia del fenomeno vi furono altri casi clamorosi di medium e sensitivi, controllati da scienziati scettici che in seguito dovettero ricredersi: famoso il rapporto tra il medico, antropologo, giurista e soprattutto pioniere e padre della criminologia ed esponente del positivismo scientifico Cesare Lombroso e la medium Eusapia Palladino, che fece parlare il mondo di sé e dei suoi poteri. Anche in questi casi i trucchi vennero scoperti, e ciononostante la fede dei più convinti – come Conan Doyle – non venne mai meno.
Come mai? – vi chiederete. È vero, dicevano i “credenti” (o “creduloni”), che esistono i trucchi, ma è anche vero che i "trucchi" esistono attorno ad ogni evento meraviglioso e che ciò non esclude che i fenomeni esistano e siano importanti: il fatto che molti speculino su di essi ne dimostra anzi spesso l’autenticità. Senza contare che i sensitivi, di fronte a un’atmosfera di scetticismo, possono perdere i loro poteri, e che molti medium (incluse le sorelle Fox e la Palladino) sono dovute ricorrere ai trucchi solo in un secondo tempo, per confermare fenomeni che comunque prima erano autentici.
Un bel ginepraio, non c’è che dire. A chi dobbiamo credere?
Dal canto suo, Houdini ebbe di fronte personaggi che non lo convinsero mai. Gli venne promesso di poter comunicare col figlio, di avere come “apporto” - durante le sedute medianiche - qualcosa ch’era appartenuto a lui, di vederlo sotto forma di ectoplasma: ebbene, ogni volta, forte della propria conoscenza dei più alti trucchi di prestigio, smascherò gli impostori. Scoprì come si muovevano i famosi tavolini a tre gambe, dissuase falsi medium dalle loro trances fasulle, dissolse apparizioni e sbugiardò patetici tentativi di voci, suoni e musiche dal mondo dei morti. E dopo una serie di prove durissime, sempre più penose all’uomo e al padre, divenne persino crudele e spietato: si mise alla testa d’una vera e propria crociata contro i falsi maghi e i falsi medium, divenne esattamente un cacciatore di maghi, uno smascheratore di imbrogli. Li denunciò pubblicamente, lanciò aperte sfide a truffatori che, quando non venivano smascherati, rifiutavano il confronto e cadevano nel ridicolo. Fu una dura lezione per i “mercanti dell’Occulto”.
Ma fu anche un peccato, un’occasione perduta. Oggi quasi nessuno nega più l’esistenza di fenomeni paranormali, anche se legati soprattutto alle tradizioni spirituali e religiose.
Se all’inizio della sua ricerca Houdini, anziché incontrare solo imbroglioni, si fosse imbattuto in un medium dai poteri autentici, il suo contributo alla sperimentazione e alla documentazione di una fenomenologia non ancora classificabile se non con metri esoterici avrebbe di certo delle risposte.
L’esperienza e la capacità di Houdini, che giunse poi a fare di ogni erba un fascio giacché era stato “toccato” nei suoi sentimenti e nel suo dolore, avrebbero potuto farci progredire in una ricerca che stenta ad avanzare.
Perché quella di Houdini è stata una grande occasione perduta?
1) Per i troppi speculatori e mercanti dell’occulto;
2) per l’ottusità della scienza ufficiale (che si arrocca spesso ancora sui propri dogmi positivistici o sul sogno folle dell’uomo robotizzato e privo di dimensioni spirituali);
3) e, diciamolo, per la creduloneria di molte persone che per ignoranza o per la speranza di lenire una grande sofferenza si rivolgono a gente senza scrupoli.
Vorrei parlarvi di un altro filosofo che fu attratto da questi fenomeni, un parigino di nome Henri BERGSON [si pronuncia più o meno Anrì Bergsòn], di un illustre psicologo che li studiò anche dal punto di vista simbolico ed esoterico, lo svizzero Carl Gustav JUNG [si pronuncia più o meno come si scrive] e soprattutto di un signore che viveva a Torino e che sbalordiva anche persone ragguardevoli come Federico Fellini [vedi immagine qui sotto]... ma il discorso si complicherebbe alquanto e magari... lo farò a lezione, ok?
10 modi per raggiungere l'immortalità
O quasi...
1
La Criogenìa
Anzitutto la criogenia (o criologia) è una scienza che riguarda il raffreddamento dei corpi in azoto liquido dopo aver sostituito il sangue con un fluido resistente al freddo per evitare che il ghiaccio che si forma nelle cellule porti la temperatura a meno di 196 C. Il corpo viene poi rovesciato (in modo che la testa abbia la temperatura più bassa) in un contenitore gigante d’acciaio che può sostenere fino a 4 persone.
La stranezza non si ferma qui: non solo interi corpi vengono depositati in questo modo, ma anche le teste! Il cervello è come un hard-disk, che può essere eventualmente connesso a un altro corpo. Per contro non disponiamo al presente della tecnologia per far rivivere i corpi. Però ci sono più di 250 persone conservate in questo modo e mille che si sono prenotate: se volete unirvi a loro, siate pronti a pagare $ 200.000 per la conservazione del vostro intero corpo.
2
Il "caricamento" dalla mente al computer
Conosciuto anche come “emulazione del cervello”, esso fa onore al proprio nome: si “carica” il tuo cervello – assieme ai tuoi pensieri, ai tuoi ricordi ecc. – in un computer. Ciò significa creare un tu digitale che viva in un computer. E comunque non ci si ferma qui: se la mente di una persona può essere “caricata” con successo, allo stesso modo può essere “scaricata”, magari all’interno di un robot. Il cervello umano viene trasformato in un cervello digitale (con una mente cosciente e con tutte le precedenti caratteristiche umane) e unito al corpo di un robot. Questa certamente è una forma di immortalità, e non così lontana nel tempo come potete credere. Si fanno ricerche e simulazioni in tal senso su diversi cervelli di animali, ad esempio su quelli dei roditori.
3
La Cibernetica
La scienza è già riuscita a creare protesi che sembrano reali ed anzi a migliorare perfino la realtà stessa – prova ne siano le gambe estremamente veloci dell’atleta e campione paralimpico sudafricano Oscar Pistorius. Così perché non fare un passo in più? Invece dei trapianti di organi biologici, gli umani potranno avvalersi di organi meccanici, che trasformeranno il mortale in un cyborg. Una macchina speciale pomperà per i nostri cuori e un lanciafiamme potrebbe essere unito al nostro braccio sinistro. Alla fine, avremo la forza di Terminator e potremo vivere bene e per sempre.
4
I Nanobot
I nanobot sono macchine microscopiche disegnate per costruire e riparare il nostro corpo. Immaginate milioni di questi nanobot brulicare dentro di voi e risolvere tutti i problemi “mortali” che si possano sperimentare. Questa non è solo una teoria, sia chiaro: gli scienziati si sono serviti con successo dei nanobot per riparare i nervi ottici di alcuni criceti ciechi costruendo una molecola sintetica che, quando iniettata, predispone se stessa in una nanofibra che ripara il nervo. Cosa dobbiamo aspettarci in futuro? Beh, che gli scienziati decidano di mandare i “piccoli bot” su una cellula cancerogena per farle la festa!
5
L'immortalità evolutiva
Il biogerontologo Marios Kyriazis crede che l’immortalità sia una conseguenza inevitabile dell’evoluzione. Il cervello umano diventerà così complesso da poter sostenere il corpo per un tempo indefinito. Il processo d’invecchiamento sarà poi rallentato per accogliere il nuovo cervello ed eventualmente fermato allorché il corpo sarà sviluppato.
6
La Metempsicosi
Questo è un approccio più spirituale all’immortalità: esso si riferisce alla reincarnazione o al salto dell’anima da corpo a corpo: in questo modo si continua ad esistere. Secondo l’Induismo, le persone vivono molte vite e ognuna di esse è influenzata dalle azioni della vita precedente. Se vivi bene, il karma migliora e rende migliore il ciclo di vita ulteriore. La chiave di questa credenza (avvalorata da figure storiche d’importanza capitale come Pitagora, Socrate e Platone) sta nel fatto che l’anima è la stessa, viaggia solo sotto differenti forme.
7
SENS
SENS sta per “Strategies for Engineered Negligible Senescence”, insomma un mucchio di paroloni! L’espressione “trascurabile senescenza” fu usata per la prima volta per le aragoste e le idre, giacché queste creature non mostrano alcun segno d’invecchiamento. I biogerontologi del SENS vorrebbero eliminare tutte le malattie causate dall’età: quello che stanno tentando di fare non è trovare una panacea che curi l’invecchiamento di tutti; questi scienziati hanno l’intenzione di sviluppare terapie multiple che tengano conto del caso particolare.
Per incoraggiare la scoperta di tali cure, la Methuselah Foundation offre premi in contanti ai ricercatori che riescano a battere i record di longevità dei topi: il record attuale è 1819 giorni – non male per un animale con un’aspettativa di vita media inferiore a un anno!
8
La Panacèa
Nella mitologia greca, la Panacea era la dea della cura universale: trasferita al mondo medico, essa indica un farmaco in grado di curare tutte le malattie. Gli alchimisti cercavano tale rimedio in relazione alla pietra filosofale al fine di prolungare la vita indefinitamente. La vita in una pillola o in un bicchiere di sciroppo potrebbe sembrare inverosimile, ma così fu riguardo all’epidemia che colpì l’Inghilterra vittoriana...
9
L'eterna giovinezza della "Telomerasi"
Scoperta negli anni Ottanta, l’enzima telomeràsi ha la reputazione d’esser “la fontana della giovinezza”. I cromosomi hanno estremità di DNA ripetuto chiamate “telomeri”. Ogni volta che una cellula si divide, i suoi telomeri si accorciano, il che li induce a fermarsi e a morire. Se in queste cellule morenti l’enzima viene risvegliato, il normale invecchiamento umano può essere rallentato, fermato oppure perfino invertito. Gli scienziati hanno studiato con successo i telomeri in topi in fin di vita: è provato che quelli cui si dava l’enzima, tornavano di nuovo in salute.
10
La Clonazione
Qualche maggiore conquista gli scienziati l’hanno fatta con la clonazione, inclusa la riproduzione asessuata di pecore e mucche. Gli umani che desiderano vivere per sempre sono un naturale (!) progresso. Attraverso la clonazione riproduttiva, si crea un nuovo organismo multicellulare geneticamente identico a un altro. Il corpo è lo stesso, ma non la mente. Se non v’è alcun bisogno d’un organismo interamente nuovo, si possono riprodurre solo gli organi per collocarli nel corpo originale.
5 argomenti
pro o contro
l'esistenza di Dio
Soprattutto riguardo
al Dio giudeo-cristiano
1
L'Argomento Cosmologico
Ecco la più famosa prova dell’esistenza di Dio [che risale almeno a Platone e ad Aristotele ed è la base per le prime tre (ex motu, ex causa ed ex contingentia) delle "Quinque viæ" di San Tommaso d’Aquino (Summa theologiæ I, q. 2, a. 3)]. Ve ne sono varie versioni o varianti. Quella più familiare è l'Argomento della Prima Causa:
1. Ogni essere finito e contingente ha una causa.
2. Nulla di finito e contingente può causare se stesso.
3. Una serie di cause non può durare all’infinito.
4. Quindi deve esistere una Prima Causa (o qualcosa che non è effetto).
L’esistenza di Dio elimina cioè tutte le contraddizioni dell’universo finito. Impressiona il fatto che tale ragionamento nacque al tempo degli antichi Greci: oggi chiamiamo l’origine dell’universo “Big Bang”, e l’argomento ha assunto tale forma (un sillogismo):
1. Tutto ciò che ha un inizio ha una causa.
2. L’Universo ha avuto un inizio.
3. Quindi l’Universo ha una causa.
Vi sono però altre versioni o varianti, che tirano in ballo la Dipendenza, la Contingenza, la Spiegazione o l'Intelligibilità.
I controargomenti
1) Da un punto di vista consequenziale, i tre punti precedenti sono veri. Ma, riguardo al secondo punto, non siamo ancora sicuri che l’universo abbia avuto una causa. Il “Big Bang” è la teoria astrofisica oggi più accreditata, ma non mancano i suoi detrattori, la maggior parte dei quali argomenta che, poiché la matematica che ci conduce a ritroso al big bang non funziona riguardo al momento immediatamente precedente il big bang, quella matematica è incapace di spiegarci l’inizio;
2) Meglio di questo, però, è il controargomento secondo cui tale prova dell’esistenza di Dio cade nell’errore denominato “regressione infinita”: se l’universo ha una causa prima, che cosa ha causato questa prima causa? Ad esser critici si potrebbe asserire che è scorretto dare per scontato una causa per ogni cosa tranne che per la “Causa Prima”;
3) Dio dev'esser sovrannaturale (il solo modo per evitare che il problema sia spinto verso il regresso all'infinito delle cause è insistere che la Causa Prima sia per natura così radicalmente diversa che la questione non può esser posta);
4) Ma l'idea d'una catena infinita, che implica che l'Universo non abbia inizio, è davvero più dura da accettare di quanto non sia qualcosa di sovrannaturale e al di fuori del Tempo?
5) Anche se ammettiamo che la catena di cause debba in qualche punto terminare, perché quel qualcosa che è incausato o autocausato non potrebbe esser l'Universo stesso? Se viene accettata l'idea della causa sui, Dio diventa superfluo;
6) Ciò che l'argomento non prova è che Dio possieda le varie proprietà inerenti la consueta spiegazione teistica: onnipotenza, onniscienza, benevolenza universale ecc.: il Dio che emerge dall'rgomento cosmologico è molto strano e scolorito;
7) Bertrand Russell (filosofo, logico, matematico, storico, scrittore, critico sociale, attivista politico e saggista gallese) opina che l'Universo sia inintelligibile (un fatto bruto sul quale non possiamo coerentemente parlare o argomentare): "L'Universo è proprio lì, ed è tutto." È una risposta insoddisfacente, certo, ma non peggiore delle altre...
2
L'Argomento Razionale
Lo scrittore inglese Clive Staples Lewis [autore de Il leone, la strega e l’armadio (1950), il primo romanzo della saga di Le cronache di Narnia] ci credeva: inizia come un argomento che ha a che fare con un progetto, un’intenzione, e continua con qualcosa di nuovo. Dio deve esistere perché, con le parole di CS Lewis [tradotte da me]:
“Supponiamo che non vi sia alcuna intelligenza nell’universo, nessuna mente creatrice: in tal caso, nessuno progettò il mio cervello al fine di pensare. Quando apparvero gli atomi dentro il mio cranio, per ragioni fisiche o chimiche, essi si sistemarono in un modo tale da darmi la sensazione – come fosse un sottoprodotto - di poterlo chiamare pensiero. Ma, se fosse così, come potrei credere che il mio pensiero fosse vero? Sarebbe come rovesciare un bricco di latte e sperare che il modo in cui esso cade spruzzando ci dia una mappa di Londra [il grassetto è mio]. Se non posso credere al mio stesso pensiero, di certo non posso neppure credere alle argomentazioni dell’Ateismo, e di conseguenza non avrei alcuna ragione per essere ateo o qualsiasi altra cosa. A meno che non creda in Dio, non potrò credere nel pensiero, cosicché non potrò usare il pensiero per rifiutarmi di credere in Dio.”
Il controargomento
Tutto ciò sembra convincente, soprattutto l’asserzione finale. Ma il primo punto debole sta nel fatto che, in senso stretto, non è una prova dell’esistenza di Dio giacché implica il presupposto che la mente umana possa accertare la verità o la falsità di un’asserzione ed altresì che la mente umana possa essere convinta da un’argomentazione.
Per rifiutare il presupposto che la mente umana possa accertare la verità o al falsità di un’asserzione, essa deve presumere che quell’asserzione sia vera o falsa, la qual cosa prova senz’ombra di dubbio che la mente umana può accertare l’asserzione.
Nulla di tutto ciò ha a che fare con l’esistenza di Dio. Perciò dovremmo considerare l’argomento più appropriatamente come una confutazione del materialismo naturalistico. In ogni caso, dato che la maggior parte degli atei usa il materialismo naturalistico come base dell’ateismo, è un argomento molto praticabile.
3
L'Argomento dei Gradi o dei Livelli
È la quarta via (ex gradu perfectionis) di San Tommaso d’Aquino, il quale scrive [la traduzione, libera, è mia]:
“La quarta prova prende vita dai gradi scoperti nelle cose: vi sono diversi livelli, più o meno grandi, di bene, di verità, di nobiltà e di infinite altre cose. Ma “più” e “meno” sono termini che hanno senso solo se riferiti a qualcosa di “più grande”: l’espressione “più caldo” acquista senso solo se si riferisce a un ipotetico calore massimo. Per cui esiste per forza la cosa “più vera” di tutte, “la migliore”, la “più nobile” e, certo, la “più grande”. Ne consegue che ciò che chiamiamo le verità più grandi sono gli esseri più grandi, com’è scritto nella Metafisica (Bk. II. 2) di Aristotele. Inoltre, ciò che è più grande a suo modo è, in altro modo, la causa di tutte le cose che appartengono ad esso; perciò il fuoco, che è il calore più grande, è la causa di tutte le cose calde (vedi di nuovo la Metafisica e ancor prima Platone). Esiste dunque qualcosa che è causa dell’esistenza di tutte le cose, che è causa del bene e di qualunque perfezione. Noi chiamiamo quel qualcosa “Dio”.
Il controargomento
La maggior critica a tale argomento considera il fatto che non dobbiamo per forza credere in un oggetto di un grado più alto per credere in un oggetto di un grado più basso. L’etologo, biologo evoluzionista e divulgatore scientifico britannico Richard Dawkins, celebre e criticatissimo esponente dell’ateismo moderno, controbatte così: se veniamo a contatto con un oggetto “puzzolente”, ciò non significa che noi crediamo (usando le sue parole) in un “fetente senza uguali”.
4
L'Argomento Morale
È un argomento molto antico, il quale afferma che Dio deve esistere per le seguenti ragioni:
1. La morale, o parte di essa, è spesso osservata.
2. La credenza in Dio è la spiegazione migliore, rispetto alle alternative, della morale stessa.
3. Credere in Dio è dunque preferibile al non credervi.
Il controargomento
L’argomento morale è tecnicamente valido solo ove le tre affermazioni siano accettate: la maggior parte dei detrattori rifiuta di condividere la prima. Il senso morale – essi ribattono – non è universale: l’omicidio era perfettamente lecito per i soldati della Prima Crociata, i quali a Gerusalemme nel 1099 non si fecero scrupolo di massacrare uomini, donne e bambini. Thomas Hobbes pensava che la morale fosse un prodotto della società e che dunque non potesse dirsi oggettiva.
5
L'Argomento Ontologico o Prova Ontologica
È una formulazione a priori descritta per la prima volta da Sant’Anselmo d’Aosta (nel Proslogion, cap. 2, col fine di riassumere le argomentazioni già proposte nel Monologion, le quali però partivano dall’esperienza e dal concetto di causa per risalire a Dio). Questo argomento è spudoratamente semplice: richiede non solo la credenza in Dio, ma anche la credenza nella necessità di Dio. Se credi che Egli sia necessario, allora devi credere che Egli esista. Anselmo parte da una frase dei Salmi: Lo stolto in cuor suo disse che Dio non c’è. La dimostrazione è distinta in due parti:
1) Possiamo concepire “qualcosa di cui nulla può pensarsi di più perfetto o maggiore”;
2) ma se prendiamo in considerazione tale Perfezione come sola idea (senza riscontro nella realtà) e la stessa Perfezione come idea ed anche come realtà, quale delle due Perfezioni sarebbe più se stessa, più vera, più perfetta? Quella che, oltre a poter essere concepita, ha una sua realtà. Dunque Dio non può non esistere!
Così come sappiamo, conoscendo il significato del concetto implicato, che un QUADRATO ha 4 lati, analogamente - argomenta Anselmo - sappiamo che Dio esiste conoscendo il concetto di Dio.
Anselmo ha presentato due distinte versioni dell'argomento all'interno della stessa opera: nel 2° enunciato dell'argomento ontologico esistenza è sostituita da esistenza necessaria: Dio cioè non può esser concepito come non-esistente, è logicamente impossibile che non esista.
I Platonici (come Alessandro di Hales o San Bonaventura) sono favorevoli all’argomento ontologico. Duns Scoto non lo reputa del tutto probante, ma ne propone un perfezionamento: il fulcro del problema non è se noi abbiamo o no l’idea di un ente perfetto, ma se questa idea è logicamente possibile, cioè non contraddittoria; se lo è, non possiamo negarle l’esistenza! In tale forma l’argomento viene ripreso da Descartes (nelle Meditationes) e considerato del tutto probante. Anche Spinoza accetta l'argomento ontologico di Anselmo. Lo stesso dicasi per Leibniz (nella Monadologia, par.45): nell’essere assolutamente perfetto ogni possibilità è attuata, quindi è attuata anche la sua esistenza! Nel caso di Dio – afferma Hegel (nell’Enciclopedia, par. 51) – l’esistenza è essenziale al concetto: pensiero ed essere in Dio non possono che corrispondersi. Pantaleo Carabellese (ne Il problema teologico come filosofia, 1931) distingue tra l’essere assolutamente oggettivo di Dio e l’esistenza relativa dei singoli enti. L’argomento ontologico è ripreso anche da Léon Brunschvig (ne La ragione e la religione, 1939) e dal filosofo, teologo (nonché apologo del Cristianesimo) ed educatore statunitense Alvin Plantinga (che ha applicato la logica modale, cioè dei mondi possibili, all'argomento ontologico): ammettiamo che sia almeno possibile che esista un essere sommamente grande, cioè che vi sia un mondo possibile in cui un tale essere esista; ciò comporta però che esista in TUTTI I MONDI, cosicchè Esso esiste necessariamente! “Dio esiste, purché per Lui sia logicamente possibile esistere.”
I controargomenti
1) gli Aristotelici (come San Tommaso d’Aquino) sono contrari all’argomento ontologico in quanto anti-innatisti;
2) Il monaco Gaunilone (nel Liber pro insipiente) usa una metafora: se io immagino un’isola perfetta, non è detto che essa debba per forza esistere!;
3) È Kant a chiamarlo "argomento ontologico", ma l’argomentazione kantiana ridimensiona definitivamente le pretese della teologia razionale: per Kant l’esistenza non è una questione logica, ma fattuale; l’esistenza si mostra e non si dimostra; l’unica esistenza che noi conosciamo è quella fenomenica, i cui enti non sono perfetti.
La critica affronta l’argomento ontologico accusandolo di commettere un “errore di asserzione nuda”, vale a dire che esso asserisce qualità inerenti unicamente a un’affermazione non provata, senza alcun sostegno a tali qualità; in altre parole: Kant obietta che l'argomento tratta l'esistenza come se fosse un attributo delle cose, come se io potessi descrivere la mia giacca in questo modo: "È verde, è di tweed ed esiste". Kant ritiene altresì che Anselmo sbagli anche nell'affermare che ciò che esiste nella realtà come nella mante sia più grande di ciò che esiste nella mente soltanto.
4) l’argomento ontologico viene anche criticato in quanto ragionamento vizioso (“petizione di principio”, ragionamento circolare), in cui si ruota dalla premessa alla conclusione, la quale dipende dalla premessa, la quale a sua volta dipende dalla conclusione;
5) un Dio onnipotente dev'esser capace di creare esseri dalla libera volontà; un Dio onnisciente esclude la possibilità che tali esseri esistano. Sembra che Onniscienza e Onnipotenza non possano esser presenti allo stesso tempo nello stesso Essere: l'idea di Dio sarebbe incoerente.
La contro-controargomentazione
Anselmo (nel Liber apologeticus) risponde a Gaunilone argomentando che non v’è necessità che esista un’isola perfetta, mentre l’Ente perfettissimo deve per forza esistere, altrimenti non sarebbe perfettissimo! L’argomento ontologico insomma è valido solo se riferito a Dio.
6
L'Argomento Teleologico o del Disegno Divino
È la quinta via di San Tommaso d'Aquino (ex fine). È esposto da Cleante nei Dialoghi sulla religione naturale (1779) di David Hume (che lo critica), ma risale al 375 a. C. circa. La bellezza, l'ordine, la complessità e il fine evidenti nel mondo non possono semplicemente essere i prodotti di processi naturali casuali e ciechi. Dunque è un argomento a posteriori. William Paley (pastore anglicano, apologeta cristiano, filosofo utilitarista, teologo e vegetarianista: 1743-1805) lo espose così: se ci accade di trovare un OROLOGIO in una landa desolata, inevitabilmente dedurremo, dalla complessità e dalla precisione della sua costruzione, che dev'esser opera d'un orologiaio; allo stesso modo, osservando le mirabili invenzioni della Natura, siamo indotti a concludere che anch'esse devon essere il prodotto d'un Demiurgo.
I controargomenti
1) Le somiglianze tra artefatti umani (ad es. una macchina fotografica) e oggetti naturali (ad es. gli occhi dei mammiferi) sono in realtà relativamente poche, per cui qualsiasi conclusione rsggiungiamo per analogia sarà debole;
2) Se abbiamo bisogno di un architetto, avremmo bisogno anche di un super-architetto e così via;
3) La teoria darwiniana dell'evoluzione per seleziona naturale spiega tutto senza alcun intervento sovrannaturale da parte di un architetto intelligente: a questo proposito Richard DAWKINS (biologo, etologo, divulgatore scientifico, saggista e attivista britannico) chiama la selezione naturale "l'orologiaio cieco";
4) Avremmo bisogno di una squadra di Dei, non certo di uno solo: quasi ogni oggetto naturale, per quanto complessivamente maestoso, nei dettagli è imperfetto; e oltre a ciò la presenza del Male nel Mondo solleva dubbi sulla moralità del suo Creatore;
5) un'INVERSIONE dell'argomento teleologico è la versione probatoria del PROBLEMA DEL MALE: il racconto infinito degli orrori del Mondo porta a ritenere improbabile che esso sia opera di un Dio onnipotente e benevolo. Come può emergere per gli esseri umani, da una serie infinita di mali, un Bene superiore?
7
La Scommessa di Pascal
Questo è un argomento a favore della fede esposto dal celebre scienziato, filosofo e teologo francese nel 1670.
Se scegliamo di non credere in Dio: se siamo nel giusto (Dio non esiste) non perderemo nulla, ma neppure otterremo nulla; se abbiamo sbagliato (Dio esiste), la nostra perdita sarà enorme: nel migliore dei casi perderemo la Beatitudine eterna, nel peggiore soffriremo l'eterna dannazione.
Se scegliamo invece di credere in Dio: se siamo nel giusto (Dio esiste), vinciamo la Beatitudine eterna; se abbiamo sbagliato (Dio non esiste), perdiamo poco. "Se vinci, vinci tutto; se perdi, non perdi nulla." Tanto da vincere, poco da perdere: saremmo dei pazzi a non scommettere sull'esistenza di Dio!
I controargomenti
Per alcuni tale argomento è ingenuo, per altri forse ingegnoso, ma viziato. L'argomento ci chiede di decidere cosa credere, ma non è così che funziona la fede! E, ancor peggio, l'impulso che ci spinge a scommettere è, in primo luogo, legato al fatto che non abbiamo sufficienti informazioni su Dio, mentre per fare la giusta scommessa è necessario avere una conoscenza dettagliata di ciò che Dio ama e non ama. Dunque cosa accadrebbe se Dio non fosse troppo preoccupato d'esser venerato e, d'altra parte, non sopportasse gli individui calcolatori che scommettono solamente sulla base del proprio egoismo?
8
La Teoria del Comando Divino
1. Esiste qualcosa come la moralità: abbiamo un codice di leggi/comandi etici.
2. Dio è il solo candidato al ruolo di legislatore/autore del comando. Pertanto...
3. Dio esiste.
I controargomenti
Anche ammettendo che la moralità esista indipendentemente da noi (punto 1), il punto 2 dovrebbe tener testa al "Dilemma di Eutìfrone", formulato da Platone 2400 anni fa: "Ciò che è pio è amato dagli Dei in quanto pio, o è pio perché gli Dei lo amano?"; Dio comanda ciò che è bene perché è bene oppure ciò che è bene è tale perché Dio lo comanda?Se Dio comanda ciò che è bene perché è bene, evidentemente la sua bontà è indipendente da Dio; nella migliore delle ipotesi, il ruolo di Dio è quello di un messaggero morale. Così, quando si tratta di moralità, Dio risulterebbe arbitrario o irrilevante.
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